La strategia dell’acqua

Guanda, Prima edizione, 2011

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  1. La presentazione dell'editore

    Quando Oscar Santacruz viene trovato morto nell’ascensore di casa con due pallottole nella nuca, il brigadiere della Guardia Civil Ruben Bevilacqua, detto Vila, pare non avere dubbi: il responsabile è un professionista e l’indagine una seccatura. Ma a poco a poco lo scetticismo di Vila lascia il posto alla passione per il caso. Il brigadiere non può non notare un’incongruenza in quello che ha tutto l’aspetto di un omicidio su commissione, tipico degli ambienti malavitosi: Oscar Santacruz non è nessuno. Un divorzio complicato, una piccola condanna per spaccio, una denuncia per maltrattamenti, un figlio piccolo affidato alla madre, un lavoro serio e una vita banale: niente che possa far sospettare affari loschi. Insieme alla sergente Virginia Chamorro, la sua inseparabile assistente, donna di grande pragmatismo e fascino, Vila si trova coinvolto in un’inchiesta che va a toccare alcuni problemi scottanti della società contemporanea: i rapporti di coppia difficili, i diritti dei padri separati, gli intoppi del sistema giudiziario, i lati oscuri della legge, e il male che spesso si nasconde tra le pieghe della nostra quotidianità, fra le cose che amiamo.per il brigadiere Bevilacqua non si tratta di una vittima qualunque. L’uomo che viene trovato impiccato sotto un ponte dopo aver subito umilianti torture è il sottotenente Robles, un tempo amico di Vila, suo maestro e mentore: l’uomo che gli ha insegnato tutto. Insieme all’inseparabile sergente Virginia Chamorro, sempre più efficiente e sicura di sé, e al novellino Arnau, Bevilacqua si trova tra le mani un caso che lo porta dalla consueta Madrid alla Barcellona del suo passato professionale e sentimentale, una città dove è stato immensamente felice e poi terribilmente triste.

  2. Una recensione

    «Sesto romanzo con protagonista l’affiatata coppia di investigatori Bevilacqua e Chamorro, uno dei grandi marchi di fabbrica di Lorenzo Silva, La strategia dell’acqua è un punto di svolta sia nella caratterizzazione psicologica di questi personaggi, amati in Spagna tanto quanto lo è, per accennare un paragone, il Montalbano di Camilleri in Italia, sia nella carriera di Lorenzo Silva, che imprime una svolta personale e intimista ai suoi gialli.
L’azione si apre con un omicidio, un uomo assassinato in ascensore da due colpi di pistola sparati a bruciapelo. Cosa nasconde? Chi è veramente questo padre di famiglia ucciso brutalmente?
Le origini di tutto vanno ricercate nella cronaca. Lorenzo Silva, acuto osservatore della realtà, trae ispirazione da un crimine vero, la cosiddetta «Operación Garaje», che vide sulle prime pagine dei quotidiani un informatico, un cittadino come tanti altri, ammazzato con cinque colpi di pistola nel garage di casa sua.
La strategia dell’acqua manipola le vicende e le fa proprie, per andare oltre: oltre la suspense del thriller e i colpi di scena che ogni narratore che conosca il suo mestiere sa di dover infilare tra un capitolo e l’altro per stimolare il lettore a proseguire.
Silva, al contrario, smorza i toni e rallenta il ritmo, affidando alla normalità della procedura la soluzione del caso. Bevilacqua e Chamorro appaiono nelle pagine del romanzo più quotidiani che mai. Rosi dai dubbi, incapaci di decidere se la loro vita stia andando nella direzione giusta. Alla base di ogni ragionamento ci sono il Male e i suoi oppositori.
«Quando le regole non funziona», dice Silva, «ci si deve affidare alle azioni dei singoli.» Ed è giusto che sia così, altrimenti come sarebbe sopravissuto questo mondo popolato di ladri, criminali, corrotti e assassini?
Così, nella finzione, la strategia dell’acqua è quella che, lentamente, incide le montagne e corrode la roccia. La Guardia Civil indaga passo dopo passo, senza colpi di testa, senza intuizioni geniali, si muove nella verosimiglianza della realtà. Senza quella sicurezza superomistica dei corrispettivi americani, con un’unica idea in testa: la giustizia della gente comune.
In mezzo, tante riflessioni sulla Spagna, sulle sue leggi (in primis quella sulla violenza di genere), sulle sue contraddizioni.
Un romanzo complesso e stratificato. Molto di più di un giallo, ma avvincente proprio perché sa parlare con il linguaggio della normalità.»

    Matteo di Giulio, Cuentame.

  3. Comentarios

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